Pro Evolution Soccer 2018, recensione videogame per PS4 e Xbox One

Games / Recensione - 19 September 2017 15:15

Pro Evolution Soccer 2018 è la nuova incarnazione del calcistico di Konami, un titolo profondo, ragionato e divertente

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Pro Evolution Soccer 2018 è il videogioco calcistico sviluppato da Konami, l’appuntamento annuale con una delle serie storiche giapponesi, che ha affascinato e divertito milioni di utenti negli ultimi venti anni. Il calcio nato come ISS Pro sulla prima PlayStation ha da sempre dettato le regole per quanto riguarda l’aspetto simulativo del calcio, con capitoli memorabili continuati sotto la nomenclatura di Pro Evolution Soccer, con un predominio evidente sino alla fine dell’era PlayStation 2. Gli ultimi dieci anni, tuttavia, hanno rovinosamente invertito la tendenza, con un declino a tratti inspiegabile della serie, che ha perso la sua vera identità e ha proposto una filosofia di calcio mai riuscita sia nelle meccaniche che dal punto di vista tecnico, lasciando campo libero al rivale storico FIFA. L’anno scorso, però, l’arrivo di PES 2017 ha inaspettatamente invertito la rotta, con un titolo profondo e dall’indole simulativa, almeno per quanto riguarda dinamiche di gioco e senza l’attivazione di qualsiasi aiuto a supportare l’utente. Seppure assente di una cornice di modalità e licenze adeguate, l’impianto grafico, con volti e fattezze assolutamente perfetti, ha riportato la serie sui canoni che l’hanno resa famosa. PES 2018 è un’evoluzione di quanto di buono visto l’anno scorso, un perfezionamento tecnico ed estetico, un ulteriore passo verso la rinascita del brand Konami.

Le modalità di Pro Evolution Soccer 2018 ricalcano in pieno quanto apprezzato nel predecessore, integrando solamente un’interessante modalità 3 contro 3 online, che si va ad aggiungere al pacchetto di partite in multiplayer e alla modalità MyClub, dove allestire un top team. La struttura per giocatore singolo si muove lungo l’immortale Master League, dove poter provare la scalata da una serie minore o gestire i team di maggior prestigio. L’amministrazione economica e dalla rosa permette di far crescere giocatori e giovani talenti, attraverso gli allenamenti, oltre alle trattative per l’acquisizione di nuovi cartellini. La compravendita, tuttavia, soffre di prezzi e clausole non propriamente realistiche, difetto che la serie si porta dietro da alcuni capitoli. Accanto ai classici Campionati, possiamo gettarci nelle competizioni internazionali, quali Champions League, Europa League, Coppa Libertadores, tutte rigorosamente su licenza. Se le coppe possiedono grafiche e diritti ufficiali, lo stesso discorso non si può dire delle numerose squadre europee, con buona parte della Premier League senza licenza e l’assenza della Bundesliga, oltre che nel nome fittizio della nostrana Juventus. Grave e storico difetto, che può tuttavia essere facilmente superato dagli aggiornamenti non ufficiali dei File Opzioni, disponibili su PS4, con cui riversare su pennetta maglie, loghi e nomi reali di ogni squadra e giocatore.

Il gameplay di Pro Evolution Soccer 2018 riconferma la filosofia di gioco del precedente, ottimo, episodio, disegnando una linea guida che lo differenzia rispetto al rivale americano. Il ritmo di gioco è più lento e ragionato, utile e fondamentale nel costruire manovre articolate, che esulano dall’irrealistico coast to coast con un singolo fuoriclasse. Tattica e strategie offensive portano quindi a scambiarsi spesso palla, cercando il momento ed il varco giusto, sopratutto alle difficoltà più avanzate. Le trame che ne scaturiscono, e la possibilità di modificare la velocità di gioco secondo le nostre esigenze, si incastrano alla perfezione con la modalità full manual, dove disattivare gli aiuti e avere il pieno controllo di ogni azione. A supportare l’impianto messo in piedi da Konami ci pensa la fisica del pallone, pesante e realistica, una caratteristica basilare in un gioco di calcio. Se i passaggi e i lanci sono davvero ben calibrati, i tiri restano ancora troppo potenti, nonostante il bilanciamento generale attuato nelle dinamiche di gioco di PES 2018. 



Cosa c’è di meglio della resa dei volti di Pro Evolution Soccer 2018, tra fotorealismo, sudore ed espressioni facciali? Il titolo calcistico nipponico si conferma come il miglior esponente della categoria per quanto riguarda le fattezze dei calciatori, curati nel minimo dettaglio e che sfruttano il Fox Engine per replicare emozioni sui loro visi. La riconoscibilità dei giocatori, non solo i più famosi, è incredibile e il lavoro di scannerizzazione facciale si rinnova annualmente, andando a migliorare anche i top player, di anno in anno. L’illuminazione è stata migliorata, con stadi e campi dalla palette cromatica decisamente più realistica, e un sistema di deterioramento del campo finalmente presente. Il gran numero di nuove animazioni rende l’azione più fluida e i movimenti dei giocatori ben legati tra loro, tra colpi di testa, spallate, scivolate e parate dei portieri, un campionario di movenze che aiuta a rendere credibile e realistica ogni azione.

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