Recensione Batman The Dark Knight Rises: un ingombrante passato
Cinema / Recensione - 29 August 2012 06:45
DC Comics porta suo grande schermo il ritorno del Cavaliere Oscuro, diretto da Christopher Nolan con Anne Hathaway nei panni dell'enigmatica Catwoman
The Dark Knight Rises è stato annunciato come la fine della leggenda. Presentato come un epilogo epico che ha suscitato grande attese per tutti gli appassionati dell'eroe dei fumetti, questo nuovo film è un capitolo nel quale entrano personaggi di grande appeal per l'universo di Batman.
Gotham City sembra non aver più bisogno del suo eroe mascherato. Dopo l'entrata in vigore del decreto Dent, la città sembra divenuta la culla della legalità e Batman sembra essersi ritirato dalla scena e ormai considerato un criminale ricercato dalle forze dell'ordine. Tuttavia una catena di delitti che portano tutti al criminale noto con il nome di Bane, fanno uscire dalla tana il Cavaliere Oscuro. Batman questa volta dovrà lottare contro diversi nemici, primo fra tutti Bruce Wayne che ne porta la maschera.
Batman viene presentato come un personaggio fragile che non sorregge più il peso della maschera, un eroe dall'ingombrante passato. Bruce Wayne è un uomo distrutto dal dolore per la scomparsa di Rachel che nei precedenti episodi è stata interpretata rispettivamente dalle attrici Katie Holmes e Maggie Gyllenhaal, ma anche provato nel fisico. Il tema dell'uomo ferito dietro la maschera e della ricercata solitudine oltre a quello dell'oblio viene riproposto anche in questo capitolo come in tutta la saga diretta da Nolan, anche se nel finale viene lanciato un filo di speranza piuttosto suggestivo.
Christopher Nolan dopo aver diretto film molto apprezzati come Memento, The Prestige e Inception, realizza, per quest'ultimo capitolo della saga, una regia coinvolgente nella quale gli effetti visivi sono suggestivi e potenti. Batman viene presentato come un simbolo contro il quale viene creata una congiura che porta alla pugnalata del tradimento come colpo di scena finale.
Gli aspetti maggiormente interessanti sono espressi da una sceneggiatura molto simbolica che va dalla scalata dell'uomo dietro la maschera fino a ritrovare l'eroe che si era perso in sé. Un ritorno quasi alle origini del primo film dove Bruce, prima di affrontare il male l'ha dovuto capire ed assecondare per poi rifiutarlo e combatterlo. In The Dark Knight Rises il desiderio della morte viene vinto con la paura della stessa, a suggellare il principio che non temere l'oscurità equivale a non lottare per procrastinarla ed abbracciare le opportunità della vita. Emblematica in questo senso la scena in cui Bruce, l'uomo senza maschera, tenta di risalire un pozzo sotto il quale si cela il più temuto carcere del mondo.
Il simbolismo viene espresso anche a livello sociale e non solo personale. Viene presentato una società fondata sul caos, sul pericolo del terrorismo, nella quale vige una corte marziale come forma di giustizia parziaria e dittatoriale.
The Dark Knight Rises vede la presenza di due figure molto importanti nell'universo di Batman. Mentre nei primi due capitoli l'unico e solo interesse di Bruce era rivolto alla intelligente ed impegnata Rachel, in questo terzo episodio due sono le presenze femminili che in qualche modo incrociano il destino del Cavaliere Oscuro. Miranda Tate che si rivelerà essere pericolosamente ambigua, interpretata dal premio Oscar Marion Cotillard e Selina Kyle in arte Catwoman interpretata dall'avvenente Anne Hathaway. Entrambe le attrici rendono una interpretazione autentica. Mentre il personaggio di Miranda è forse tardivamente presentato nella sua vera essenza e risulta ovviamente meno approfondito, la Gatta Ladra è accattivante e la Hathaway le rende piena giustizia. Catwoman è sicuramente la presenza di maggior interesse all'interno della trama. Interesse dato sia per la spettacolarità delle movenze che per la lucidità delle battute nonché per il carattere del personaggio che pone l'interlocutore davanti ad una perenne incertezza, sfidandolo.
Catwoman viene anche utilizzata, nel confronto con l'Uomo Pipistrello, per lanciare un monito: niente armi nei combattimenti. Batman è presentato come colui che vuole vincere il male senza utilizzarne gli strumenti. Paradossalmente la proiezione dell'anteprima del film a Denver è stata lo scenario di una follia incomprensibile. Ed il principio lanciato dall'eroe della DC Comics sembra tanto tardivo quanto adeguato.
Bane è presentato come l'antagonista contro cui Batman dovrà lottare. Interpretato da Tom Hardy, Bane sta a rappresentare il male estremo e violento, l'uomo che racchiude l'essenza della malvagità. Tuttavia non riesce a raggiungre lo spessore e la grandezza degli antagonisti apparsi nei precedenti capitoli della saga di Nolan. Nel primo episodio del 2005 il principale nemico dell'Uomo Pipistrello oltre alla malavita cittadina fu rappresentato da Ra's Al Ghul, interpretato dagli attori Ken Watanabe e soprattutto da Liam Neeson. Nel successivo capitolo del 2008 a sconvolgere la quiete di Gotham fu Joker per la strepitosa interpretazione dell'attore Heath Ledger.
Un film che a detta dello stesso regista rappresenta l'epilogo ma allo stesso tempo lancia alcuni spunti relativi a personaggi secondari che potrebbero rappresentare un inizio, come accade per il giovane agente John Blake interpretato dall'attore Joseph Gordon-Levitt.
The Dark Knight Rises diverte lo spettatore e lo intrattiene con una trama avvincente e sontuosa, scene suggestive e potenti. Rispetto ai precedenti capitoli della saga c'è meno azione ma vengono maggiormente approfonditi i caratteri e gli stati d'animo dei protagonisti, puntando sull'effetto del simbolismo nella narrazione che a volte possono sembrare cliché. Vengono ben amalgamati i temi più importanti ripresi come spunto anche dal fumetto ad un cast prestigioso che rende una interpretazione adeguata alle aspettative.
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