Festival di Sanremo 2011: Roberto Benigni e la sua esibizione storica

Tv / News - 17 February 2011 23:51

Al Festival di Sanremo Roberto Benigni cita Le mie prigioni scritte da Silvio Pellico. Un\'esibizione storica

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Sanremo 2011: le immagini dell’esibizione storica di Roberto Benigni. “L’unità d’Italia è sacra, non ci toccate l’Italia: tre regni, tre Berlusconi tre Benigni” così Roberto Benigni si prepara a lanciare la sua allegoria sul governo, citando Le mie prigioni scritte da Silvio Pellico. Poi racconta di Cavour, “Il secondo più grande statista degli ultimi 150 anni… alla fine della sua carriera lo beccarono con la nipote di Metternich”. Alludendo alla par condicio, “è la base della democrazia prendere in giro il potere. L’impresa che hanno fatto quelle persone su cui abbiamo scherzato è inenarrabile (…) erano tutti dei ragazzi, giovani, tutti morti a 25-26-27-28 anni”. Poi elogia Garibaldi, “un fervore c’era che faceva paura (…) in Italia prima nacque la cultura e poi la Nazione”. Comincia così a raccontare dell’inno del giovane Goffredo Mameli, composto a soli 20 anni: “l’Italia s’è desta” ossia “svegliatevi, l’unico modo per realizzare i propri sogni è svegliarsi”; “dell’elmo di Scipio s’è cinta la testa” ossia “s’è messo l’elmo del più grande uomo finora”.

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Poi passa ad una panoramica storica coerente, spiegando il rapporto tra l’ansia di risorgimento viva nel periodo dell’unità e l’orgoglio di considerarsi italiani. “Siam pronti alla morte” è appunto un verso che esprime questo coraggio patriottico. Poi intona l’inno, senza musica, mostrando come per essere veri artisti basta solo un po’ di sincerità.

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