Recensione Suicide Squad n.1 la rinascita della DC Comics passa anche dai cattivi

Comics / Super Heroes / News - 07 May 2017 11:00

Suicide Squad n.1 è una nuova testata della DC Comics che vede come protagonisti principali i super cattivi di questo universo. In questo primo numero vediamo tre diverse storie. La testata di

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Nell’albo Suicide Squad n.1 troviamo tre nuove storie tutte dedicate ai super cattivi dell’universo DC e sono: “Malfattori Anonimi”, “Rinascita” e “Il professionista: prologo”. Dopo il grande successo del film “Suicide Squad” uscito la scorsa estate, il mondo dei cattivi è cambiato, e questa nuova serie della DC Comics, che ha uscita quindicinale, ne è la prova. Tra gli scrittori delle storie troviamo Rob Williams e Christopher Priest mentre tra i disegnatori c’è, oltre al grande Jim Lee, il bravissimo Philip Tan.

La trama in “Malfattori Anonimi” mette al centro Harley Quinn, una donna energica e piena di grinta e allo stesso tempo molto pericolosa. Qualcuno la vuole convincere a tornare ad essere una psicologa, ma non una semplice dottoressa, lei deve curare i cattivi di Gotham. Ben presto la sua cerchia di “pazienti” si allarga ma le sue capacità di ascolto non dureranno per molto tempo. Nel capitolo di “Rinascita” troviamo Amanda Waller, la funzionaria del governo americano a capo della Suicide Squad. La sua missione è quella di trovare un uomo forte e dai principi morali solidi capace di guidare questa squadra troppo pazza per stare insieme e non uccidersi a vicenda. Nell’ultimo capitolo “Il professionista: prologo” troviamo uno dei super cattivi, Deathstroke, prima in un flash-back dove lo vediamo con i figli e si capisce fin da subito il cattivo rapporto che corre tra di loro. Poi tornati al presente, lo seguiamo in missione, freddezza e distacco sono le sue caratteristiche principali.

In questo fumetto dedicato in prima persona ai super cattivi vediamo fin da subito un cambiamento nel modo di raccontare, non abbiamo più il buono che interviene per salvare la situazione o che risolve tutti i problemi. In questo caso è il cattivo in prima persona che risolve i problemi, certo in un modo non proprio ortodosso e magari ci potranno essere più vittimi di quelle che ci si aspetterebbe da una squadra di salvataggio, però quando ci si trova di fronte ad una situazione dove nessuno, neppure la Justice League può intervenire, allora il rimedio deve essere proprio estremo.

Il personaggio della Suicide Squad che ha colpito di più in assoluto è stata sicuramente Harley Quinn. Una donna dinamica, ha iniziato la sua carriera criminale come assistenti di Joker, poi poco alla volta si è ricavata un suo spazio. Harley era una psicologa e anche in questo albo viene sottolineata la sua vecchia carriera, il suo spirito combattivo e crudele a volte viene intervallato da una spiccata voglia di aiutare i suoi amici, ma non dura mai abbastanza per fare veramente del bene.

La storia che troviamo in Suicide Squad n.1 è dinamica e piena d’azione, un racconto che ti lascia sempre con il fiato sospeso e tra battute e frasi ad effetto scorre veloce e non ti accorgi che è già finito. Nelle storie che riguardano i cattivi, gli autori, hanno più libertà di azione, non si deve per forza fare la cosa giusta, ma si può lasciare andare il personaggio e la storia riesce ad essere più dinamica. I disegni sono davvero fantastici ma con gli artisti che ci sono dietro non poteva che essere così.

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