Libro Arthur Miller, Morte di un commesso viaggiatore: i sogni fanno parte del mestiere
Comics / News - 11 April 2014 14:17
Arthur Miller si impone all'attenzione internazionale grazie al successo del dramma teatrale "Morte di un commesso viaggiatore" (1949).
Biografia – Arthur Miller nasce a New York nel 1915. Svolge molti impieghi prima di dedicarsi alla letteratura a tempo pieno. Sulla scena letteraria raggiunge un lusinghiero successo grazie al romanzo “Focus”, pubblicato nel 1945. Tuttavia, saranno “Erano tutti miei figli” (1947) – dramma ambientato durante la seconda guerra mondiale, basato su un articolo di cronaca, di un venditore di pezzi di ricambio difettosi per aerei – e, soprattutto, “Morte di un commesso viaggiatore” (1949) che proiettano Miller alla ribalta internazionale. Tra le sue opere, ricordiamo “Il crogiolo” (1953), in cui Miller tratta i processi per stregoneria a Salem del 1692: il riferimento è alla campagna persecutoria di J. R. McCarthy, orientata specialmente nei confronti degli artisti sospettati di coltivare idee di sinistra; lo stesso Miller fu vittima del maccartismo degli anni Cinquanta. Nel 1955 Miller dà alle stampe “Uno sguardo sul ponte”, dramma ambientato tra i portuali italo-americani a Brooklyn e di cui Sidney Lumet ne dirige la trasposizione cinematografica nel 1962, e “Ricordo di due lunedì”, una storia di gente comune che “vive per lavorare e lavora per vivere”. Del 1964 è, invece, “Dopo la caduta”: il privato e gli echi di vita coniugale subentrano alla denuncia sociale che ha caratterizzato l'opera precedente di Miller, sposato con Marilyn Monroe dal 1956 al 1961.
Libro Paolo Volponi, Le mosche del capitale: la democrazia industriale del professor Saraccini
Morte di un commesso viaggiatore – Non più giovane, il commesso viaggiatore Willy Loman fatica a concludere gli affari di un tempo. Con le magre entrate non riesce a coprire le spese di casa. La moglie Linda lo incoraggia amorevolmente. Ma il cruccio di Willy sono i due figli, Biff e Happy: per loro ha da sempre nutrito grandi aspettative. Il figlio maggiore Biff, in particolar modo, con il talento per il football e le borse di studio offerte da varie università, avrebbe potuto aspirare a una vita di successo. Invece le cose sono andate diversamente.
In due atti e un requiem, Miller mette in scena le contraddizioni di una famiglia piccolo-borghese, infine, strozzata dalla logica del profitto: rancori, reticenze, pastoie esistenziali rimandate e sottaciute che, accumulandosi, finiscono per farsi insormontabili. Nonostante l'affetto, la famiglia Loman è condannata al tragico epilogo a causa dell'insuccesso del padre. Willy non sa il motivo del proprio fallimento, ma decide di suicidarsi schiantandosi con l'auto: in questo modo, lascerà ai figli il premio dell'assicurazione per la vita. La condanna di Miller agli ingannevoli valori del sogno americano si riversano sulla funebre rivincita del commesso vincitore: Willy riscatterà l'insuccesso da vivo con il denaro ricavato dalla sua morte.
Testo – Al capezzale di Willy, ci sona la famiglia e lo zio Charley. Linda non riesce a capire, ironia della sorte, perchè il marito abbia deciso di morire lo stesso giorno in cui, con l'ultima rata del mutuo della casa, sono finalmente stati onorati tutti i debiti. Ecco un passaggio del requiem:
BIFF Quanti bei giorni. Quando rientrava dal giro; e la domenica, a fabbricare il portico davanti la casa, o a imbiancare la cantina, o a sistemare la veranda; quando impiantò il secondo bagno e, in quattro e quattr'otto, su, il garage. Sai una cosa, zio Charley, è più suo quel portichetto davanti che tutte le combinazioni d'affari che ha fatto.
CHARLEY Eh, già. Gli davi un cartoccio di calce ed era un uomo felice.
LINDA Straordinario, cosa sapeva fare con quelle mani.
BIFF Sbagliava i sogni. Quelli li sbagliava. Tutti!
HAPPY (fa quasi per lanciarglisi contro) Lo dici tu!
BIFF Credeva di essere una cosa ed era un'altra.
CHARLEY (fermando il gesto e la risposta di Happy) Non calunniate quest'uomo. Tu non hai capito: Willy era un commesso viaggiatore. E se tu fai il commesso viaggiatore non vivi sulla terra. Non sei il tipo che avvita un bullone o mi legge gli articoli del codice o mi prescrive la ricetta. Tu lavori così, per aria, aggrappato a un sorriso o al lucido che hai sulle scarpe. E quando nessuno ti sorride più, è la fine del mondo. Da quel momento cominci a sbrodolarti il vestito e addio, sei finito. Non calunniare quest'uomo. Un commesso viaggiatore deve sognare. I sogni fanno parte del mestiere.
BIFF Credeva di essere una cosa ed era un'altra, zio Charley!
© Riproduzione riservata