L'assassino, l'esordio registico di Elio Petri allo Spazio Oberdan di Milano
Cinema / News - 17 February 2015 15:00
L'assassino è il primo film diretto da Elio Petri, che già al suo esordio affronta i problemi e i vizi della società italiana. La pellicola è con Marcello Mastroianni e Sal
L'assassino di Elio Petri allo Spazio Oberdan di Milano. Il 19 e il 26 febbraio lo Spazio Oberdan di Milano proietterà la copia restaurata de L’assassino, film del 1961 diretto e co-sceneggiato da Elio Petri. L’opera è programmata all’interno della rassegna Salvo Randone: un grande attore, dedicata appunto all’interprete siciliano che ha lavorato con alcuni dei più importanti registi italiani, come per esempio Francesco Rosi (Le mani sulla città), Federico Fellini (Fellini – Satyricon), Valerio Zurlini (Cronaca familiare) e, naturalmente, Elio Petri.
L'assassino film trama. In una nottata qualsiasi, l’antiquario Alfredo Martelli rientra nel suo appartamento romano, mette su un giradischi, fuma una sigaretta, si prepara un bagno caldo e si addormenta. Tutto sembra essere tranquillo, almeno fino alla mattina seguente, quando la polizia irrompe nell’abitazione per arrestare l’uomo. Martelli è, infatti, sospettato dell’omicidio di Adalgisa De Matteis, una donna dell’alta società con cui il protagonista aveva una relazione e qualche debito da saldare. Da qui in poi il film prosegue alternando le sequenze dell’interrogatorio ad alcuni flashback che ricostruiscono parte della vita dell’imputato, il quale si rivela uno scaltro, cinico e bugiardo arrampicatore sociale.
Marcello Mastroianni protagonista. A interpretare Alfredo Martelli è Marcello Mastroianni, che 1961 era già una star affermata e riconosciuta, grazie a film come I soliti ignoti di Mario Monicelli e La dolce vita di Federico Fellini. Nella pellicola di Elio Petri, l’attore alterna diversi registri interpretativi con vari gesti, movenze e sguardi, arricchendo così il personaggio di sfumature e sfaccettature: latin lover falsamente romantico e tormentato con le amanti, compiacente e deciso “uomo d’affari” con clienti e fornitori, imputato nervoso e quasi nevrotico durante gli interrogatori.
Opera prima di Elio Petri. Se si escludono due cortometraggi girati nel ‘54 e nel ‘57, L’assassino è l’esordio dietro la macchina da presa di Elio Petri, già critico cinematografico per L’unità e collaboratore di Giuseppe De Santis in qualità di sceneggiatore e aiuto regista in Roma ore 11. Negli anni successivi, l’autore avrà un grande successo nazionale e internazionale, soprattutto per opere come Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (premio Oscar per il miglior film straniero nel ‘71) e La classe operaia va in paradiso (Palma d’oro al festival di Cannes nel ‘72), distinguendosi con un tipo di cinema che coniuga temi politici e sociali con l’originalità del linguaggio filmico. Anche se rispetto ai lavori successivi L’assassino è apparentemente meno “impegnato”, vi si può scorgere comunque il ritratto dell’Italia più cinica e opportunista, che si rapporta con il prossimo solo in base alle proprie convenienze ed esigenze personali. Una critica di costume che il cineasta realizza unendo gli schemi narrativi del poliziesco all’umorismo amaro e graffiante proprio della commedia all’italiana.
© Riproduzione riservata