Intervista a Roan Johnson: dal film 'Piuma' ai nuovi episodi della serie 'I delitti del BarLume'
Tv / News - 16 April 2017 13:15
Il film "Piuma" va in onda questa sera su Sky Cinema Uno HD e Sky Uno HD. Mauxa ha intervistato Roan Johnson, dal 2015 regista anche della serie "I delitti del BarLume".
Nel giorno di Pasqua i canali Sky Cinema Uno HD e Sky Uno HD propongono “Piuma”, film presentato in concorso alla 73. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia.
\r\nAbbiamo intervistato il regista Roan Johnson.
\r\nD: ”Piuma" propone allo spettatore una riflessione profonda sul gusto dell'incoscienza e l'insorgere della responsabilità, quali delle due tematiche è risultata più difficile da raccontare?
\r\nR: Mentre Cate (ma in generale i personaggi femminili del film) rappresentano il lato più maturo e responsabile Ferro, suo padre e il padre di Cate rappresentano invece il lato più immaturo e amabilmente incasinato della nostra storia. Questi due poli opposti creano sia il lato divertente e più comico del film sia quello più emozionante. L’arrivo imprevisto di una responsabilità è la partenza e la chiave del film. E l’arrivo di un figlio è ovviamente l’esempio più grande di questo concetto. E come ci si rapporta all’arrivo di una responsabilità? La stessa incoscienza può paradossalmente essere utile ad assumersene una? C’è una sorta di lotta fra l’ottimismo sognante e a volte sconclusionato di Ferro e il senso di responsabilità di Cate ed è da lì che nascono i problemi, ma credo sia anche lì dove si debba cercare la soluzione.
\r\nD: A tuo parere cosa hanno potuto ricavare i giovani guardando il film?
\r\nR: Piuma intanto è una commedia sulla famiglia. Si va da nonno Lino che ha ottanta anni a Ferro e Cate che ne hanno diciotto. E nel mezzo ci sono le generazioni che probabilmente possono godere di più nel vedere questo film e capirne tutti gli aspetti. Quindi i premi e le reazioni entusiaste che ci hanno regalato anche i più giovani credo vengano prima di tutto perché Piuma è un film dove si ride molto e ci si emoziona. E’ anche un'avventura che è sia divertente che appassionante da guardare. Poi il film pone anche delle domande sul concetto di amicizia, di amore, del rapporto con i propri genitori e appunto con l’assunzione delle responsabilità. Credo che il nostro compito non sia dare risposte ma fare le domande giuste che riguardino le loro paure, i loro sogni, le loro fragilità e la loro voglia di vivere il proprio presente e futuro.
\r\nD: Dal 2015 sei regista della serie televisiva "I delitti del BarLume", in onda su Sky. A tuo parere quali sono i motivi del proliferare dei racconti di genere investigativo?
\r\nR: Credo che i gialli siano sempre andati di moda e non smetteranno mai di andare per la maggiore. Hanno una struttura narrativa che se usata bene ti tiene incollato allo schermo, un codice dove lo spettatore si ritrova ma che allo stesso tempo ha variazioni infinte. Barlume ha la caratteristica di essere un giallo che è anche una commedia, che credo sia comunque un ossimoro: il giallo si basa sulla tensione e l’empatia e spesso col dramma, e la commedia è distante da tutto questo. Già nei romanzi di Malvaldi questi due aspetti riuscivano a trovare una loro chimica magica e noi abbiamo provato a riportarla in televisione, creando un prodotto che penso assomigli a poco altro. Il pubblico se ne è accorto e ci segue sempre di più. E di questo siamo molto orgogliosi.
\r\nD: Sono già previsti nuovi episodi?
\r\nR:Sì stiamo scrivendo e partendo con il casting per le due nuove puntate che gireremo a giugno e luglio e credo che andranno di nuovo in onda a gennaio, una formula che ci ha portato molto fortuna e che la produzione giustamente non vuole cambiare. A tutti quelli che ci chiedono perché giriamo solo due puntate rispondo con la filosofia di Carlo Degli Esposti: se trovi un ristorante che ti piace e ci vai cinque volte al mese poi di viene a noia, se ci vai due volte l’anno forse ci torni per tutta la vita.
© Riproduzione riservata