Il giovane favoloso anteprima film, Elio Germano fa rivivere Leopardi a Venezia 71
Cinema / News - 15 September 2014 07:00
Il giovane favoloso, regia di Mario Martone con Elio Germano, Michele Riondino, Massimo Popolizio e Isabella Ragonese: nelle sale il 16 ottobre.
Il giovane favoloso interpretato da Elio Germano. Il 16 ottobre uscirà l’attesissimo biopic su Giacomo Leopardi; il film è stato presentato in concorso alla 71ª Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. L’attore protagonista è Elio Germano (Diaz, Magnifica Presenza), che si è presentato sul red carpet con un grande entusiasmo, raccontando quanto la realizzazione del film sia stata un’esperienza affascinante. Nonostante ciò, ammette anche le difficoltà nell’approcciarsi al mondo di un personaggio così complesso, soprattutto nei primi mesi in cui è stato necessario leggere e comprendere il poeta. Ulteriore ostacolo è stato rendere l’orribile malattia che colpì Leopardi, che ha costretto lo stesso Germano a recitare costantemente piegato con una gobba fittizia sulla schiena. La partecipazione a Venezia 71, per quanto importante, si è però rivelata avara di premi. Si sperava soprattutto nella Coppa Volpi per la suggestiva interpretazione dell’attore che è stata assegnata ad Adam Driver, protagonista di “Hungry Hearts”.
Il giovane favoloso dalla biografia di Leopardi al film di Mario Martone. La pellicola è stata creata attingendo agli scritti di Leopardi e al suo enorme epistolario, in modo tale che si potessero ricostruire i momenti cruciali della vita dell’artista, dalla segregazione a Recanati, fino a Napoli e il ritiro alle pendici del Vesuvio. Così troviamo il padre Monaldo, l’amico Antonio Ranieri e il maestro Pietro Giordani, ma come afferma lo stesso Mario Martone (Noi Credevamo), il film non vuole risultare aneddotico: “La vita di Leopardi è tutt’uno con la sua scrittura, […] non c’è un suo rigo che non sia autobiografico”.
Il giovane favoloso e le poesie. La vera sfida per il regista è stata quella di portare al cinema le parole di Leopardi, senza che però venissero declamate, ma come fossero frutto di una vera ispirazione. Lo stesso Elio Germano ha definito questa “un’impresa complicata”, tuttavia riuscendo con successo ad interpretare poesie come L'infinito, La ginestra, o il fiore del deserto.
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