Il futuro è troppo grande: recensione del documentario sugli immigrati di seconda generazione

Cinema / Documentari / News - 24 August 2014 08:00

Il futuro è troppo grande è un documentario del 2014, diretto da Giusy Buccheri e Michele Citoni. Il film racconta la storia di Re e Zhanxing, due ragazzi romani, figli di immigrati, e m

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Film Emancipation - video

Il Futuro è Troppo Grande è un film documentario del 2014 dei registi Giusy Buccheri e Michele Citoni. La pellicola, approdata sul grande schermo grazie anche ai “254 produttori dal basso” trovati con una vincente campagna di crowfunding, oltre ad essere stata inserita nel catalogo Un Film per la Pace 2014, ha ottenuto la Menzione Speciale al Festival del Cinema Africano, d'Asia e America Latina di Milano

Trama Il “Futuro è Troppo Grande” è incentrato sulle storie di Re e Zhanxing, due giovani di seconda generazione, alle prese con le proprie vite nell'Italia contemporanea e, come recita il titolo, con le aspettative verso il futuro. Re è nato a Roma da genitori delle Filippine; ama l'hip hop, insegna break dance e studia Cinema all'università. Zhanxing è cinese, a 10 anni ha raggiunto i genitori in Italia, si è laureata ma ancora non sa quale direzione imprimere al proprio futuro, tanto che decide di intraprendere un viaggio di ritorno in Cina, alla ricerca del proprio passato e delle proprie origini

La Regia si snoda in un interessante alternarsi di punti di vista; alle immagini raccolte, girate e montate dai due registi che offrono un punto di vista esterno alla vita dei due giovani, si contrappongono riprese girate direttamente da Re e Zhanxing con telecamere amatoriali, che in questo modo trasformano le classiche interviste tipiche dei film documentari in vere e proprie confessioni personali. “Il Futuro è Troppo Grande” rielabora un formato, quello delle interviste, che ha fatto la storia del documentario, lasciando, almeno in apparenza, la parola ai protagonisti, evitando la mediazione dell'autorità del regista

Recensione Il “Futuro è Troppo Grande” ha l'ambizione di coniugare le aspettative di vita di due ragazzi, il loro presente e futuro, le loro personalità, con le forme dell'appartenenza alla comunità italiana, ormai in continuo e rapido mutamento, senza tuttavia coinvolgere lo spettatore nel dibattito giuridico e politico sulla cittadinanza e sui diritti degli stranieri. Da questo punto di vista Re e Zhanxing hanno un approccio totalmente diverso alla tematica: Re è un ragazzo di Trastevere, con il tipico accento romano ed è così perfettamente integrato che, compiuti i 18 anni e ottenuta la Cittadinanza Italiana, si chiede se sia cambiato o meno qualcosa. La sua diversità si ripropone solo nei momenti familiari, nelle continue cene in ristoranti cinesi o giapponesi, o nelle cerimonie tipiche della sua famiglia. Zhanxing invece sente come un peso la mancanza di alcuni diritti – all'inizio del film la vediamo lamentarsi del suo status politico in un'intervista rilasciata ad un noto telegiornale nazionale – ma ancora di più, non si sente a casa. Il viaggio che intraprende in Cina, alla ricerca di se stessa, le donerà tuttavia anche una grande nostalgia del Bel Paese, nonostante le contraddizioni. Per capire appieno il senso del film di Buccheri e Citoni, e i due anni di preparazione e ricerche che sono alla base di “Il Futuro è Troppo Grande”, può essere utile far riferimento al concetto di “intimità culturale”, definito dall'antropologo Michael Herzfeld come “il riconoscimento di quegli aspetti dell'identità culturale, considerati motivo di imbarazzo con gli estranei, ma che nondimeno garantiscono ai membri la certezza di una società condivisa” (Herzfeld M. 1997). Se dunque uno straniero per definizione viola questo sentimento, portando la diversità in una comunità nazionale che si immaginava uguale al suo interno, i ragazzi di seconda generazione mostrano che in realtà la società, o se vogliamo, il popolo italiano è già cambiato, e si può essere tranquillamente italiani pur conservando le proprie peculiarità culturali

Gli autori Giusy Buccheri è autrice e regista di vari film documentari. Tra i suoi lavori più importanti troviamo “Nilo” (2004) Evento speciale al Festival dei Popoli di Firenze 2004 e “Sortino Social Club. Storie di una comunità siciliana emigrata in Australia" (2011)

Michele Citoni è giornalista, filmmaker e ricercatore, specializzato in ecologia. Prima de "Il Futuro è Troppo Grande" ha realizzato vari documentari, tra cui "Indistruttibile" (2004), vincitore del premio Visioni Ambientali all'interno di Officinema/Visioni Italiane

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