Checco Zalone, il nuovo film in arrivo nel 2018

Cinema / Comedy / News - 02 December 2017 08:00

La Medusa, produttrice di tutti i successi del comico pugliese, non ha ancora rivelato nessun dettaglio sul progetto

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Dal 2009, anno del suo debutto cinematografico con “Cado dalle nubi”, ad oggi, Checco Zalone ha incassato 173 milioni di dollari. Un successo di proporzioni senza precedenti per dei film italiani, quindi è naturale che il nuovo progetto del comico pugliese sia oggi un appuntamento imprescindibile.

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I dettagli al riguardo tuttavia scarseggiano. Sappiamo che il film uscirà probabilmente nel 2018, ma la Medusa non ha rivelato neanche il titolo; sceneggiatura, trama e cast rimangono per ora un mistero. Sappiamo però che per questa pellicola Zalone ha deciso di separarsi da Gennaro Nunziante, regista di tutti i titoli finora contenuti nella sua filmografia. Nunziante, dal canto suo, è stato avvistato a Greccio, dove ha effettuato delle riprese per "Il Vegetale", che segnerà il debutto sul grande schermo dell'idolo degli adolescenti Fabio Rovazzi.

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E' probabile invece che il film con Zalone s'intitoli "L'amico di scorta", su un carabiniere milanese deve proteggere un celebre comico napoletano, sotto scorta dopo aver offeso un boss malavitoso. 

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Nel giro di neanche dieci anni, Zalone è diventato una vera e propria gallina dalle uova d’oro per i suoi produttori. Le prime avvisaglie c’erano state nel 2011 quando il suo terzo film, “Che bella giornata” era diventato il quarto maggior incasso cinematografico nel nostro Paese, superando addirittura colossi come “Titanic” e “La vita è bella”.

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Nel 2016, con “Quo Vado?”, il comico ha di nuovo superato ogni più rosea previsione. Al ritmo di 7 milioni di euro al giorno, il film è diventato il secondo maggior incasso di sempre nella storia del cinema nostrano; il primato, per ora, resta ad “Avatar” di James Cameron, ma vale la pena notare che “Quo Vado”, uscito il 1° gennaio 2016, è rimasto nelle sale fino a marzo, guadagnando in tutto 65 milioni di euro.

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Probabilmente neanche Zalone saprebbe spiegare in termini razionali un simile exploit, e lo stesso vale per il regista di tutti suoi film, il conterraneo Gennaro Nunziante, e per il suo produttore, quel Pietro Valsecchi che con la sua Taodue fornisce da vent’anni a Mediaset alcune delle sue fiction più amate, da “Squadra antimafia” a “Distretto di polizia”. Successi del genere vanno oltre i contributi dei singoli; sono determinati da alchimie misteriose impossibili da determinare o da brevettare.

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Al tempo stesso, non è così difficile individuare alcune delle peculiarità che sembrano rendere Checco Zalone qualcosa di più del solito fenomeno passeggero lanciato da una stagione fortunata di Zelig. Il suo punto di forza principale è il suo essere così trasversale: le sue storie, i suoi personaggi esprimono una comicità indubbiamente “bassa”, ma priva di quel taglio volgare tipico, ad esempio, dei cosiddetti cinepanettoni (che non a caso in questi anni sono andati incontro a un lento declino anche in termini di partecipazione di pubblico).

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Seguendo le orme del gaberiano “Io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono”, Zalone riesce a risultare appetibile a fette di pubblico insolitamente larghe per questo genere di commedia nostrana. Le sue frecciatine stemperate da un certo buonismo di fondo, il suo ritratto impietoso e al tempo stesso ammiccante dell’italiano medio permettono ad ognuno di leggerci il messaggio che vuole, a seconda del proprio pensiero politico e culturale. Zalone è un cerchiobottista di primo livello, e questo finora ha giocato a suo vantaggio.

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