La grande bellezza, la stampa estera paragona il film di Sorrentino a Federico Fellini
Paolo Sorrentino è regista de La grande bellezza, con Toni Servillo, Sabrina Ferilli e Carlo Verdone
La grande bellezza di Paolo Sorrentino è stato presentato in concorso a Cannes, riscuotendo successo di critica (al seguente link è possibile leggere i dettagli del film). La trama ruota attorno a Jep Gambradella, un giornalista che si perde nella Roma d’inizio millennio, tra feste, sceneggiatori frustrati, spogliarelliste quarantenni, cardinali con vocazioni papali.
La stampa estera ha già espresso il suo giudizio positivo, paragonando il film a “La dolce vita” (1959) di Federico Fellini, pellicola che vinse il Festival di Cannes.
Jay Weissberg su Variety ricorda la “censura che si riversò su "La dolce vita" 53 anni fa. Il confronto non è solo casuale: come il capolavoro di Fellini, "La Grande Bellezza" utilizza una figura esistenzialmente esausta, come guida dantesca attraverso la decadenza della moderna vita romana (...) Come per "Il Divo" e "This Must Be the Place" Sorrentino continua ad affrontare i grandi temi con una straordinaria combinazione di ampie pennellate e minuti dettagli. La passione unita all'intelletto sono diventati il suo marchio di fabbrica”. Peter Bradshaw nel The Guardian nota la “vitalità muscolare e quasi maniacale nelle scene, anche i momenti più tranquilli (...) nella scena della mostra d'arte, del funerale Toni Servillo è meraviglioso nel ruolo, il suo sguardo dagli occhi tristi reso più intenso dalle lenti a contatto blu (...) Questo film si sente superbo, è cinema puro. Ma c'è anche un eccesso di ricchezza e di magniloquenza (...) è tempo per Toni Servillo di ottenere il suo premio di miglior attore”.
Deborah Young dell’Hollywood Reporter ricorda la “figlia del proprietario Ramona (Sabrina Ferilli) ancora spogliarellista alla veneranda età di 42 anni. La sua vitalità colpisce Jep e lo trascina in alcuni luoghi dell'alta società di un tempo (...) fino a quando scopre che lei è superficiale come tutti gli altri e si muove senza posa in mezzo ad altri giocattoli”. La Young cita poi Fellini come esempio per Sorrentino, soprattutto nella rappresentazione della chiesa: “Come Fellini trova il giusto tocco di divertimento rispettoso nel raffigurante la Chiesa e l'aristocrazia. Il Cardinale avvizzito interpretato da Roberto Herlitzka che dice di essere il prossimo Papa (...) Jep ingaggia per una festa dei partecipanti che sono reliquie degne di un mondo ormai passato, ancora circondato dalla grande architettura e l'arte dei loro antenati”. La fotografia di Luca Bigazzi “svolge un ruolo importante nella forma distintiva del film (...) le inquadrature finali dal fiume Tevere possono essere lette come una consolazione”.
Per il francese 20minutes occorre “attribuire la Palma d'Oro a Paolo Sorrentino per il suo film che è assolutamente straordinario (...) si passa dal tragico al comico con un grande senso del ritmo (...) si è condotti in un vortice di immagini e musica che ci lascia con gli occhi lucidi di meraviglia”.
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