Il grande Gatsby, in overture a Cannes la tragedia del mito americano

Inaugurerà la sessantaseiesima edizione del Festival di Cannes "Il grande Gatsby", film tratto dallo straordinario romanzo omonimo di Francis Scott Fitzgerald datato 1925. Il libro utilizzava in maniera magistrale la tecnica dello scorcio e si soffermava su temi di solitudine, incomunicabilità, indifferenza. Parlava del crollo dei miti, del peccato e dell'inferno, dipingendo un personaggio tragico i cui lussuosi party erano semplicemente "entusiastici incontri tra gente che non si conosceva neanche di nome".

Anche nel film Jay Gatsby, interpretato da Leonardo Di Caprio, è un'anima isolata, debole, pervasa dal senso della caduta. La trama però parte dalle vicende dell'aspirante scrittore Nick Carraway (Tobey Maguire) che, alla ricerca del suo personale Sogno Americano, giunge a New York nella primavera del 1922, epoca di delinquenza, jazz e dubbia moralità. Nick si scopre vicino di casa di un uomo ricchissimo, il misterioso Gatsby per l'appunto, che ama organizzare feste, e di una sua cugina, la bella Daisy (Carey Mulligan), la quale abita col nobile consorte Tom Buchanan (Joel Edgerton) sulla sponda di una baia. Catapultato nel mondo dorato dei milionari, Nick Carraway si trova a divenire testimone di amori, illusioni ed inganni fra aspirazioni incorruttibili e drammaticissimi accadimenti. La realtà che lo attornia si rende fedele specchio dei tempi odierni e delle battaglie quotidiane che ciascuno di noi deve affrontare.

Il regista de "Il grande Gatsby", l'australiano Baz Luhrmann, si è detto onorato di fare l'apertura di Cannes ed assai orgoglioso di tornare in un Francia, un Paese che gli ha sempre mostrato generosità. La proiezione della pellicola, fissata per il 15 maggio venturo, sarà in 3d, come già avvenne nel caso di "Up" di Pete Docter nel 2009.

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