Argo, l’articolo di Joshuah Bearman da cui è tratto il film di Ben Affleck
Joshuah Bearman è l’autore dell’articolo si Wired da cui Ben Affleck ha tratto il film Argo

Argo, film di Ben Affleck candidato all’Oscar e che nei giorni scorsi ha vinto sia i premi promossi dal sindacato produttori americani che quello dei Screen Actors Guild Awards in realtà è tratta da un articolo di giornale.
Si tratta di “How the CIA Used a Fake Sci-Fi Flick to Rescue Americans From Tehran”, pubblicato su Wired il 24 aprile 2007. L’autore è Joshuah Bearman, e racconta la vicenda di "Tony" Joseph Mendez, ossia l’ex membro della CIA famoso per aver contribuito nel 1979 alla risoluzione della Canadian Caper. Si tratta dell'operazione segreta congiunta tra Stati Uniti e Canada che risolse la crisi degli ostaggi americani a Teheran, dopo la rivoluzione iraniana: la vicenda che è al centro del film “Argo”.
L’articolo di quindicimila caratteri affronta le varie fasi della preparazione organizzata da "Tony" Joseph Mendez. “Gli americani erano inizialmente preoccupati per il piano - scrive il giornalista Joshuah Bearman - "Vorrei solo vedere come questo tipo di operazione funziona", disse Mendez, raccogliendo due tappi dalle bottiglie di vino aperte”. Mise i tappi tra i pollici e gli indici incastrandoli a formare una D. "Ecco i cattivi", disse, mostrando che non potevano essere separati, "e qui siamo noi." Con un gioco di prestigio li separò”.
Così si orchestrò la notizia che una troupe americana stesse girando un film in Iraq, intitolato “Argo” e che occorreva dal Ministero della cultura iraniano il permesso di entrare ed uscire dal paese. Infatti furono pubblicati degli articoli sul film che si sarebbe realizzato: “Argo , uno sci-fi, da una storia di Teresa Harris... Le riprese iniziano nel sud della Francia, per poi passare al Medio Oriente... a seconda del clima politico”.
“Tutti erano in costume all'alba del 28 gennaio 1980. Cora Lijek aveva usato bigodini di spugna per darsi un aspetto alla Shirley Temple. Lei sfogliò la sceneggiatura mentre aspettavano (...) Avevano imparato trama del film e gli sfondi dei loro personaggi e le motivazioni ed erano alla base”.
“Quando Mendez vide poi la presenza dei militari era la fine della vicenda, segnalando il via libera alla sua troupe. Gli americani entrarono in aeroporto con trepidazione. (...) L'attesa è stata straziante. Tutti erano a testa bassa (...) Mendez non aveva nemmeno una pistola (...) Mendez sapeva che aveva appena realizzato una delle operazioni di copertura di maggior successo della sua carriera. Il bar aprì una volta lasciato lo spazio aereo iraniano, e tutti ordinarono un Bloody Mary. Mendez si sporse nel corridoio, si voltò a guardare il gruppo, e ha esordito con un brindisi: "Siamo a casa gratis".
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