Alessandra Martines è il magistrato ne L'onore e il rispetto, fiction con Gabriel Garko
Tv / News - 19 September 2012 06:20
Ieri sera terza puntata della fiction L'onore e il rispetto, che nella seconda puntata, con sei milioni di telespettatori, ha battuto la concorrenza.
Ieri sera su Canale 5 terza puntata della fiction L'onore e il rispetto 3, serie tv che con 6 milioni di telespettatori alla seconda puntata, si è aggiudicata il record di ascolti.
La serie, che vede come protagonista il trafficante di droga Tonio Fortebracci (Gabriel Garko), ritrae in maniera dettagliata una serie di profili femminili diversi tra loro, che con la loro tenacia di donne sicule tendono a raggiungere obiettivi differentii nella vita. Come Carmela (Giuliana De Sio), che con ogni mezzo, lecito o meno che sia, intende vendicare la morte di sua figlia Venere, e il procuratore Francesca De Santis (Alessandra Martines), donna fiera e coraggiosa, allergica ai compromessi e per questa scomoda ai nemici. L'unico suo punto debole è Tonio, e, per lui e con lui, sarebbe disposta a fare di tutto.
Molte sono le serie che vedono le donne al potere giuridico, rigide e inflessibili nelle loro decisioni, o morbide e comprensive, cercando di entrare in empatia con chi hanno davanti.
Una di queste è Amy, protagonista della celebre serie tv statunitense Giudice Amy, magistrato minorile divorziata che vive con la madre e la figlia, donna all'apparenza donna ma dal cuore tenero, o Drop Dead Diva, serie che mescola la commedia al genere fantasy e racconta le vicende di Deb Dobkins, un'aspirante modella che, dopo essere rimasta uccisa in un incidente d'auto, si reincarna nel corpo di Jane Bingum, un'avvocatessa goffa e obesa.
Ma donne che grazie alla loro preparazione, ostinatezza e caparbietà, hanno raggiunto i vertici più alti nelle cariche istituzionali non sono solo una prerogativa di telefilm. A dimostrarlo c'è Sandra o'Connor, signora di 82 anni che più vantarsi di essere stata il primo giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti, nominata dall'ex presidente Ronald Reagan nel 1981.
Per le donne italiane aspiranti giudici la strada verso l'aula di tribunali è lunga e piena di ostacoli. La donna magistrato suscitava antiche paure, tanto da far affermare a figure autorevoli che "nella donna prevale il sentimento sul raziocinio, mentre nella funzione del giudice deve prevalere il raziocinio sul sentimento". Solo con la legge 27 dicembre 1956 n. 1441 fu permesso alle donne di far parte nei collegi di corte di assise, con la precisazione che almeno tre giudici dovessero essere uomini.
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