Elena Sofia Ricci, un'attrice tra cinema e Che Dio ci aiuti
Tv / Drama / News - 13 January 2012 07:53
Elena Sofia Ricci, che ieri sera abbiamo visto in Che Dio ci aiuti, ha una pluriennale carriera al cinema e tv. Forse per gli allettanti frame televisivi, ultimamente si concentra più sul picco
Elena Sofia Ricci, un’attrice tra cinema e Che Dio ci aiuti. Elena Sofia Ricci, che ieri sera abbiamo visto in Che Dio ci aiuti, ha una pluriennale carriera al cinema e tv. Forse per gli allettanti frame televisivi, ultimamente si concentra più sul piccolo schermo che sul grande.
L’esordio al cinema è avvenuto con Impiegati (1984) di Pupi Avati. Con lo stesso regista bolognese ha lavorato poi Sposi (1987), addentrandosi nella comicità grazie a Carlo Verdone per Io e mia sorella (1987).
Per la televisione le sue apparizioni più importanti sono avvenute nella fiction- sempre religiosa - Chiara e Francesca (1988), in quella di successo Caro maestro (1996) primo esempio italiano di lunga serialità mista a situation comedy accanto a Marco Columbro, per poi giungere all’intesa interpretazione di Giovanni Falcone, l'uomo che sfidò Cosa Nostra (2006) nel ruolo di Francesca Morbillo, compagna del giudice.
Il successo televisivo è giunto negli ultimi anni nel ruolo di Lucia Liguori de I Cesaroni (2006-2012) dove mette a nudo la sua verve comica mista ad un senso della quotidianità simile a quello dei gesti di Pupella Maggio. Un’ironia che nel ruolo degli abiti talari si esprime ancor meglio, come appunto in Che Dio ci aiuti, diretta da Francesco Vicario. Qui interpreta una suora che tenta di risolvere piccoli misteri, mescolati anche ad omicidi la cui ruvidezza è attenuata dal sapore salvifico di un bar che si chiama Angolo Divino. Un ruolo, quella della suora che ha visto un’altra versatile attrice italiana primeggiare, ossia Margherita Buy in Fuori dal mondo (1999) di Giuseppe Piccioni.
Nella fiction su Rai Uno il suo ruolo è più in sintonia con la propria verve, rispetto a quello fuori luogo di Mine vaganti (2010) di Ferzan Ozpetek, dove interpreta un’acida l'eccentrica zia che vive malamente – anche dal punto di vista fisico – il ricordo di un perduto amore.
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