‘Burial Rites’, Jennifer Lawrence nel prossimo film di Luca Guadagnino
Cinema / Drama / News - 10 January 2018 15:00
Dopo aver passato il 2017 a entusiasmare la critica internazionale e i festival con ‘Chiamami col tuo nome’, il regista palermitano si accinge ad adattare il libro di Hannah Kent
Luca Guadagnino, lanciatissimo verso gli Oscar con “Chiamami col tuo nome” (in uscita qui in Italia il 25 gennaio prossimo), ha scelto Jennifer Lawrence per il suo prossimo film, “Burial Rites”. Lawrence vestirà anche i panni di produttrice; la TriStar Pictures si è aggiudicata i diritti per la distribuzione.
“Burial Rites” sarà l’adattamento dell’omonimo romanzo di Hannah Kent, edito in Italia da Piemme con il titolo “Ho lasciato entrare la tempesta”. Il libro, che ha segnato il debutto della giovane scrittrice australiana (classe 1985), si ispira alla vera storia di Agnes Magnúsdóttir, l’ultima donna ad essere pubblicamente giustiziata in Islanda. È il 1829, e Agnes viene condannata a morte per il brutale omicidio del suo amante, Natan. La donna viene mandata a trascorrere i suoi ultimi mesi di vita nella fattoria di Jón Jónsson, dove vivono anche la moglie e le due figlie di quest’ultimo. Disgustati all’idea che sia un’assassina, i familiari ripudiano Agnes.
Solo Tóti, il giovane prete scelto per farle da guardiano spirituale, sembra intenzionato a cercare di comprenderla. Con il progredire dei mesi e l’intensificarsi dei lavori nei campi, gli abitanti della fattoria sono costretti a lavorare fianco a fianco e a conoscersi meglio. Pian piano, la storia di Agnes comincia ad emergere, e con essa il sospetto che le cose siano andate diversamente da come tutti sostengono.
Prima di interpretare Agnes per Guadagnino, Jennifer Lawrence vestirà ancora una volta i panni della mutante Mystica per “X-Men: Dark Phoenix”. A marzo uscirà il suo prossimo film, la spy-story “Red Sparrow”.
Luca Guadagnino, invece, si gode il suo meritato periodo d’oro. Con “Chiamami col tuo nome” ha concluso quella che lui stesso definisce la “trilogia del desiderio” (gli altri due capitoli sono “Io sono l’amore e “A Bigger Splash”), e conquistato critici e festival di tutto il mondo. Oltre a “Burial Rites”, ora lo attende il remake di “Suspiria”, il classico horror di Dario Argento, e “Rio”, un thriller con Benedict Cumberbatch e Jake Gyllenhaal.
Alla luce del riscontro ottenuto con il suo ultimo film, e delle star che riesce a coinvolgere nei suoi progetti, Guadagnino dovrebbe essere una delle colonne portanti del cinema italiano contemporaneo, alla pari di Matteo Garrone e Paolo Sorrentino. Eppure le cose stanno diversamente. A detto dello stesso Guadagnino, l’industria cinematografica nostrana lo tratta con diffidenza, se non con aperta ostilità. In Italia “Io sono l’amore” e “A Bigger Splash” hanno incassato a malapena 100.000 euro, e “A Bigger Splash” in particolare è stato accolto con fischi e insulti all’anteprima a Venezia.
Il successo è una formula effimera che sfugge a qualunque tentativo di brevetto, e lo stesso vale per il fallimento. Guadagnino forse sconta il prezzo di un eccessivo anticonformismo, rispetto ai canoni del cinema italiano di oggi. È nato a Palermo, cresciuto in Etiopia, figlio di un insegnante e di un’impiegata; è gay dichiarato e non ha frequentato scuole di cinema. In un’intervista al Guardian il regista dichiara la sua antipatia per il mainstream, per l’establishment, e per quegli autori che ne fanno volentieri parte interpretando il ruolo degli “alternativi”.
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