Rosy Abate - La serie, intervista all'attore Mario Sgueglia

Tv / Intervista - 17 November 2017 09:00

Mauxa ha intervistato in esclusiva l'attore Mario Sgueglia, nel cast di "Rosy Abate - La serie".

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Film I fratelli De Filippo - video

Abbiamo intervistato in esclusiva l'attore Mario Sgueglia, tra gli interpreti di "Rosy Abate - La serie". 

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D: Il debutto di "Rosy Abate" è stato accolto con grande successo di pubblico, secondo te quali sono le principali cause della popolarità del personaggio interpretato da Giulia Michelini?

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R: Giulia è straordinaria, è l’unica attrice in Italia che al momento è in grado di svolgere questo lavoro, per tutto ciò che richiede il ruolo. Le ragioni del successo di questo personaggio sono molte, in fondo è anche una mamma che lotta contro le ingiustizie della vita. Alla base di tutto c'è un'ottima sceneggiatura che riesce a evidenziare determinati aspetti che rendono Rosy una figura moderna e originale nell'ambito del crime. 

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D: Nella fiction interpreti il ruolo del poliziotto Luca Bonaccorso che all’inizio interagisce con la protagonista senza conoscere la sua vera identità, come hai preparato questa interpretazione? 

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R: Ho costruito il personaggio insieme al regista e agli sceneggiatori in comune accordo. Luca non conosce Rosy Abate e questa è stata una fortuna, ad un certo punto dello sviluppo della sceneggiatura, nel ruolo del mio personaggio, mi vado a documentare sull'identità di Rosy Abate. Non mi sono ispirato a un aspetto presente nelle precedenti stagioni di "Squadra Antimafia", ho cercato di creare un personaggio contenuto e che cerca di trattenere le emozioni.

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D: Recentemente hai partecipato anche a “Suburra” nel ruolo di Quirino, cosa hai provato a girare una serie destinata ad una piattaforma streaming? 

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R: Non ho notato differenze rispetto alle mie altre interpretazioni, in qualsiasi cosa faccio sia in teatro che in televisione seguo sempre il percorso creativo che conosco e l’approccio al lavoro che mi è stato insegnato. È ovvio che avere la possibilità di fare teatro con sei mesi di prove prima di andare in scena è diverso dal farne un paio nel giro di una settimana. 

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D: Sia “Rosy Abate” che “Suburra” sono serie televisive appartenenti al genere crime, è un tipo di racconto che ti appassiona o ne preferisci altri? 

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R: Mi piacciono tutti i generi, dipende dai momenti. Mi trovo a mio agio sul set di serie televisive crime, rappresentano tematiche interessanti da esplorare che sono lontane dal quotidiano. 

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D: C'è una serie televisiva a cui sei particolarmente legato?

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R: Non ho una serie televisiva preferita, ce ne sono davvero tante belle. Credo che "Breaking Bad" sia stata un faro del linguaggio, del racconto per immagini, della sceneggiatura, ha aperto la strada a un nuovo modo di raccontare. Tra le altre serie che apprezzo molto ci sono anche "Better Call Saul" e "Il commissario Montalbano". 

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D: Pratichi vari sport, questo ti ha aiutato nelle sequenze action in “Rosy Abate” o hai utilizzato controfigure?

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R: No, non ho usato nessuna controfigura. Giro io stesso le scene action finché mi è concesso dalle produzioni, in "Rosy Abate" ce ne sono molte. D’altronde lavoriamo con la nostra anima, col nostro cervello e con il nostro corpo. 

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D:Ti sei laureato in giurisprudenza presso l'Università “La Sapienza” di Roma, in che momento è arrivata la recitazione? 

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R: L’approccio alla recitazione è arrivato contestualmente alla preparazione della tesi in diritto bancario, ho iniziato a vedere se concretamente questa forte passione potesse essere applicata alla realtà. Per me è stato un amore a prima vista, la mattina facevo praticantato e il pomeriggio arrivavo a teatro vestito in modo elegante, poi è arrivato il momento di fare una scelta. 

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D: Sei già impegnato in nuovi progetti?

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R: Sì, in due progetti, uno per il grande schermo e uno per il piccolo schermo, ma ancora non posso parlarne.

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