Intervista Tempo instabile con probabili schiarite, Zingaretti: tra me e Lillo subito feeling
Cinema / Intervista - 24 March 2015 13:00
Tempo instabile con probabili schiarite, intervista a Marco Pontecorvo, Luca Zingaretti, Lillo, Carolina Crescentini e Andrea Arcangeli. Il film sarà nelle sale dal 2 aprile.
Mauxa intervista il regista Marco Pontecorvo (PA-RA-DA) insieme al cast d’eccezione composto da Luca Zingaretti, Lillo, Carolina Crescentini e Andrea Arcangeli in occasione dell’uscita del loro ultimo film “Tempo instabile con probabili schiarite” il 2 aprile. Dopo una carriera come direttore della fotografia, Marco Pontecorvo (figlio del noto regista Gillo Pontecorvo), si dedica nuovamente alla direzione di un lungometraggio, una commedia che abbraccia la contemporaneità e mostra come trovare una ricchezza inaspettata (un pozzo di petrolio nel giardino di una piccola fabbrica di divani), possa cambiare le persone e le amicizie.
D. Nel film si fronteggiano due lati dell’Italia, uno più pragmatico e uno più ideologico: chi è nel giusto?
R. Marco Pontecorvo: mi piaceva l’idea che si potesse una volta parteggiare per uno e una volta per l’altro; e così volevo che succedesse anche ai personaggi, che ogni tanto si scambiassero un po’ le vesti. Probabilmente è più semplice stare dalla parte del pragmatico Giacomo (Luca Zingaretti), ma lui è il primo che quando può fa una furbata; noi italiani però siamo sempre pronti a trovare scuse per queste cose.
D. Da dove è venuta l’idea di far interagire la vicenda con con un cartone animato in stile giapponese, condito peraltro da elementi dialettali?
R. Pontecorvo: L’idea dei manga nasce dal fatto di voler raccontare il rapporto tra generazioni, in particolare tra un padre e un figlio. Cercando un po’ nel mondo giovanile mi sono imbattuto in Romics e nel Lucca Comics, conoscendo un mondo parallelo che avevo sperimentato solo con Goldrake quando ero piccolo. Poi l’ho dimenticato crescendo, arrabbiandomi anzi con i miei figli quando stavano troppo davanti ai cartoni animati. Mi sembrava la via giusta per raccontare il rapporto tra il padre e il figlio, invece di raccontarlo nella storia principale (dove abbiamo messo degli accenni), mi sembrava più carino farlo raccontare al ragazzo dal suo punto di vista e con una sua storia. Inoltre mi divertiva farlo parlare in dialetto per contrastare il mondo. I personaggi di questo manga sono assolutamente fatti seguendo lo stile giapponese, ideati con Maurizio Forestieri (che ha disegnato “La gabbianella e il gatto” e “La freccia azzurra”), grande artista e professionista, e animati poi in Corea.
D. C’è una morale in questo film?
R. Pontecorvo: la morale è l’ultima cosa che mi interessa fare nei miei film. Lungi da me è spiegare problemi e dare soluzioni, è solo una fotografia di una realtà particolare, una storia tra amici; al massimo può essere considerata una metafora. In parte mi sento più vicino al personaggio di Lillo e in parte al personaggio di Zingaretti: c’è un buon equilibrio. Ognuno poi tira fuori quello che vuole e scegliere da che parte stare.
D. Cosa rappresenta il tuo personaggio?
R. Luca Zingaretti: Il mio personaggio potrebbe essere definito qualunquista, senza una parte ben definita. Giuseppe rappresenta un momento ben preciso di questo Paese, in cui una generazione sta trasmigrando (anche dal punto di vista antropologico): non sappiamo bene chi saremo, ma di sicuro siamo stanchi di chi eravamo. Secondo me questa pellicola riesce a raccontare in maniera perfetta questo confronto tra novità e passato.
D. Se trovaste il petrolio nel giardino di casa cosa fareste?
R. Carolina Crescentini: Probabilmente starei zitta! Se dovessi trovare il petrolio nella mia proprietà non sarebbe comunque mio, ma dello Stato (potrebbero anche espropriarmi la casa). Probabilmente il silenzio è la migliore via.
R. Lillo: Io mi accorgerei di stare a casa di un altro, non avendo il giardino!
R. Zingaretti: la possibilità è talmente remota che non riesco neanche a pensarci. Questo comunque era un’escamotage per Marco Pontecorvo per creare un evento che, come un deus ex machina, desse il via a tutte le vicende. Penso che sia più probabile vincere al totocalcio.
D. Nello stile c’è un rimando ai film western?
R. Pontecorvo: Assolutamente sì. C’è un confronto tra due posizioni, quindi ricordava molto un duello western. Da quel momento ho quindi pensato di usare elementi classici del genere: il cinemascope, la musica più country, inquadrature ad hoc, etc.
D. Il film è dedicato al grande Francesco Rosi.
R. Pontecorvo: Sì, in una scena ho voluto anche citare “Il caso Mattei”. Ho lavorato tanto con lui, da quando avevo diciannove anni in “Cronaca di una morte annunciata”, e sono cresciuto insieme a lui perché con mio padre si conosceva molto bene. Il legame era forte.
D. Come è avvenuto il coinvolgimento di John Turturro?
R. Pontecorvo: L’idea di coinvolgerlo c’era dalla scrittura, perché il suo è il personaggio più sopra le righe e surreale, e Turturro mi è sembrato subito l’attore più adatto, vista anche la sua storia personale. Basti pensare ai personaggi che ha interpretato anche in passato. Inoltre siamo legati da un rapporto di amicizia, che prosegue dai tempi de “La Tregua”; da allora abbiamo tentato spesso di lavorare insieme, con stima reciproca.
D. Si è un po’ ispirata a Bridget Jones per il personaggio di Paola detta “Tabellina”?
R. Crescentini: Credo che Bridget Jones sia molto più disinvolta di Paola, il che è tutto un dirsi. Mi sono ispirata a tante persone che conosco, e perché no, anche ad una specie di topolino di campagna: lei è infatti piena di ansie e paure. Mi hanno aiutato molto i vestiti per entrare nel personaggio, perché avevo delle scarpe che mi costringevano a camminare a papera, gli occhiali continuavano a cadermi, un po’ di gobbetta… Insomma questi elementi mi hanno aiutato.
D. Zingaretti e Lillo: è nata una nuovo coppia cinematografica?
R. Lillo: Devo dire che ci siamo trovati molto bene, anche grazie al bel rapporto umano che si è instaurato realmente tra noi due: siamo sempre andati d’accordo, inoltre il fatto di andare sempre a cena insieme ha creato molto feeling. Peraltro Luca ha fatto un gesto che lo ha resto il re del set: ha portato cannoli siciliani a tutti!
R. Zingaretti: Sono molto felice del risultato che abbiamo portato sullo schermo, si vede che siamo due persone che anche nella realtà si stimano e vogliono bene: non è scontato infatti che due attori che non si conoscono riescano a trovare un tale feeling. Lillo dal punto di vista umano è una persona straordinaria, eppure io non sono uno molto facile, gioco sempre in difesa. Mentre lui è così tanto aperto che dopo pochi minuti eravamo già lì a scherzare e abbracciarci.
D. Il protagonisti in qualche modo cercano di realizzare i propri sogni. Voi avete realizzato i vostri?
R. Zingaretti: Io mi sento un uomo estremamente fortunato, essendo riuscito a fare ciò che desideravo. I sogni poi sono in continuo divenire, quando ne realizzi uno, ne arriva subito un altro a sostituirlo. Certo, poi tutti cercano una vita più autentica, vicina alla cose importanti.
R. Lillo: Ho sempre avuto tanti sogni, per esempio un mondo dove il profiterole è un cibo dietetico. A parte gli scherzi sono soddisfatto perché faccio un lavoro a contatto con il pubblico, cercando di farlo divertire.
R. Crescentini: Faccio un sogno ogni secondo. Addirittura quando ero più giovane volevo fare la rockstar, avevo preso una bellissima chitarra, ma poi ho scoperto di avere l’anulare praticamente di legno!
R. Andrea Arcangeli: I sogni ti portano ad andare avanti, ti consegnano un obiettivo che ti spinge a combattere ogni giorno. Uno lo sto vivendo ora, stare tra i protagonisti di un film in conferenza stampa è stato sempre uno dei miei sogni.
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