Intervista a Mogol: il futuro della musica, 'sparirà ciò che non è online'
Daily / Intervista - 24 June 2015 09:35
Mogol nell'esclusiva intervista a Mauxa racconta del futuro della musica e dell'importanza della formazione e didattica.
Abbiamo intervistato Giulio Rapetti Mogol, autore di testi tra i più famosi e riconoscibili della storia della musica italiana. Mogol da venti anni dirige anche il Cet, Centro Europeo Toscolano che forma i giovani artisti.
G.M. La canzone "Sbandando” contenuta nel'ultimo abum "Perfetto" di Eros Ramazzotti cita: "la vita un ragazzo che cerca solamente di capire / la vita di un ragazzo stanco di sbagliare". Come mai ha scelto questo tema dello sbandamento generazionale?
Mogol. Un ragazzo giovane parte sempre in quarta, ma non ha sempre le capacita di comprendere gli errori. Si lavora più d'istinto che di testa.
G.M. Il CD "Le canzoni di Mogol Battisti in versione rock New Era" ha ottenuto il premio della REA come miglior disco dell'anno 2014. In base a quale criterio avete scelto queste canzoni, soprattutto per il mercato digitale più giovane (da "Emozioni" a "Fiori rosa fiori di pesco", da "29 Settembre" a "Mi ritorni in mente)?
M. I New Era è un gruppo rock pieno di grandi artisti. L’album è stato votato da 400 emittenti. La scuola che dirigo, il CET, ha dimostrato ancora una volta la sua funzione. Alcune canzoni le hanno scelte i ragazzi.
G.M. Ci sarà un seguito quindi?
M. Abbiamo intenzione di realizzare una collezione, tutto il repertorio che abbiamo realizzato con Lucio Battisti. L'obiettivo era diffondere tutto ciò sui canali digitali, come iTunes. Anche io sono su Twitter, ho quindicimila fan.
L.S. Secondo i dati certificati da Deloitte e diffusi da FIMI, nel 2014 il mercato discografico è cresciuto del 4% rispetto all’anno precedente, per un fatturato di centoventidue milioni di euro al sell in. Come giudica la situazione attuale dell'industria musicale?
M. La chiusura dei negozi di dischi è reale. I bei dischi, quelli che non hanno solo un passaggio e via, avranno un futuro. Chi conserva i CD, da collezionista avrà in futuro ottimi risultati. Io credo di più ai dischi belli, che stanno uscendo e che hanno un po’ di mercato, come questi dei New Era.
L.S. Quale futuro immagina per il cantautorato italiano?
M. Se la tendenza è questa, sparirà ciò che non è online. Internet ha tanti pregi, e tanti aspetti gravi. Ero in un treno da Roma, e tutti i ragazzi erano con l’iPad e al computer, nessuno parlava con gli altri.
L.S. Cosa pensa dei talent show e della loro influenza sul panorama musicale?
M. Una volta per fare successo si doveva sfondare. Lucio Dalla è diventato grande dopo 10 album. Ora diventano noti in un mese e poi si esauriscono.
G.M. Come mai ha scelto di realizzare la scuola di musica CET in Umbria?
M. Volevo essere in mezzo ai boschi. Ho trovato questo appezzamento. I corsi sono vari, dalla scrittura di testi alla composizione, all'interpretazione.
G.M. Come si svolge la didattica?
M. La didattica è innovativa, siamo tra le scuole più avanti nel mondo, abbiamo dei grandi risultati. In oltre 20 anni di attività la Scuola del CET ha diplomato più di duemila e quattrocento allievi. Arisa ha vinto Sanremo, i cantanti dei New Era sono nostri. Gli allievi che hanno partecipato ai nostri corsi sono poi diventati autori e compositori di canzoni interpretate e incise da Mina, Adriano Celentano, Amedeo Minghi, gli Stadio, Renato Zero, Ornella Vanoni, Nek, Nina Zilli, Gianni Morandi. Un nostro allievo, Pascal, conduce la trasmissione Pascalistan su Deejay tv. Forse è la scuola di musica più innovativa al mondo, sia da punti di vista degli strumenti che usa che come didattica.
G.M. Il prossimo progetto qual è?
M. È “La Capinera”, un melodramma scritto insieme a Gianni Bella con la direzione artistica e la produzione del Maestro Gustav Kuhn. È tratto dal romanzo di Giovanni Verga, e debutterà al Teatro dell'Opera del Cremlino, a San Pietroburgo il 27 ottobre 2015. Per chi voglia partecipare c’è un pacchetto completo.
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