Ingmar Bergman, ‘le interpretazioni dei suoi film spettano al pubblico’: l'intervista

Cinema / Classico / Intervista - 25 December 2017 08:00

Mauxa ha intervistato il direttore della Ingmar Bergman Foundation, che si occupa di divulgare l'opera del regista svedese.

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La Ingmar Bergman Foundation organizzerà nel 2018 varie iniziative per celebrare il regista nato nel 1918: da spettacoli teatrali tratti dalle sue opere che sono attualmente in scena a Los Angeles, Londra, Washington, a retrospettive che si terranno da gennaio a Roma, Vienna, Seattle e Singapore. Fino a mostre, come quella su “Bergman e la moda” che si svolge a Stoccolma.

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“Il posto delle fragole” veniva distribuito nelle sale il 26 dicembre 1957, e vinse il Golden Globe nel 1960: la storia è di un professore che deve andar a ritirare un premio a Lund con la nuora, e fermandosi nei luoghi dell’infanzia ripercorre la prova vita e gli errori. Mauxa per l’occasione ha intervistato Jan Holmberg, direttore della Fondazione.

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Ingmar Bergman nella sua carriera ha vinto tre Oscar, per “Fanny e Alexander” (1982), “Come in uno specchio” (1962), “La fontana della vergine” (1960), cui si aggiunge quello speciale “alla memoria Irving G. Thalberg” nel 1971.

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D. Come si svolge l’attività della Ingmar Bergman Foundation?
R. La Fondazione è stata creata nel 2002 dalla Swedish Film Institute, la società di produzione cinematografica Svensk Filmindustri, l'emittente Sveriges Television e il Royal Dramatic Theatre. È stata concepita come risposta all'iniziativa di Ingmar Bergman di donare il suo archivio privato. La consultazione di questo archivio è l'obiettivo principale della Fondazione.

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D. Molti film di Ingmar Bergman sono stati trasporti al teatro e attualmente in scena , come “Dopo la prova”, “L'uovo del serpente”, “Scene da un matrimonio”. In che modo il pubblico reagisce?
R. Ingmar Bergman scrisse le sue sceneggiature come drammi classici. Essi sono adattabili al palcoscenico in maniera semplice, e ogni anno una sessantina di nuove produzioni sono rappresentate nei teatri di tutto il mondo. Molte delle produzioni sono grandi successi. “Scene da un matrimonio” da solo è stato messo in scena oltre un centinaio di volte.

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D. Recentemente ho rivisitato “Come in uno specchio”, e mi ha colpito il rigore filosofico del film, il fatto che l'amore è l'unico modo per salvare dalla malattia. Quale pensi che sia l’influsso di Bergman sul cinema?

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R. Beh, io sono d'accordo con la tua valutazione del rigore del film. Per quanto riguarda le questioni filosofiche (e forse le risposte) che i suoi film implicano, penso che sia meglio lasciare le interpretazioni al pubblico.

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D. Come era la vita di Bergman nell’isola di Fårö, in cui abitava?
R. La giornata di Bergman sull'isola di Fårö era strettamente vincolato a certe abitudini quasi rituali. La colazione era alle 8. La scrittura tra le 9 e 12. Il pranzo a mezzogiorno. Un’altra sessione di lavoro tra le 13 e le 17. Poi c’era la cena, la proiezione di un film alle 18. Poi la televisione, spesso accompagnato da gelato.

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D. Qual è il tuo film preferito di Bergman?
R. Devo ammettere che i miei film preferiti cambiano. Ma “Il posto delle fragole”, “Il Silenzio”, “Persona” e “Fanny e Alexander” continuano a tornare. Se dovessi scegliere un preferito, però, sarebbe “Luci d’inverno”. Si tratta del Bergman più intransigente, ma ancora così profondamente commovente. Amo quel film.

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