Incontro con il cast della serie tv ‘Fino all'ultimo battito’, Marco Bocci, Violante Placido
Tv / Intervista - 21 September 2021 13:00
Fino all'ultimo battito va in onda su Rai 1
Fino all'ultimo battito è la serie tv che va in onda su Rai 1 dal 23 settembre 2021. Nel cast ci sono Marco Bocci, Violante Placido, Loretta Gocci Fortunato Cerlino. Bocci interpreta Diego Mancini, cardiochirurgo integerrimo: ma la sua bravura si scontra con la cardiopatia del figlio Paolo. Se un trapianto può salvare il figlio, per ottenere ciò Diego infrange il codice deontologico. Cosicché Cosimo Patruno, boss al 41 bis, sa quello che Diego ha fatto e lo ricatta.
Qual è lo sforzo produttivo della serie?
Maria Pia Ammirati – direttrice RaiFiction. Abbiamo realizzato la serie in periodo covid, quindi abbiamo convissuto con la paura. Tutti si sono dati da fare per non chiudere o fermare le macchine. E per quanto riguarda il tipo di prodotto, ha una scrittura fortissima ricca di intreccio. Ringrazio l’head-writer Andrea Valagussa, perché con gli sceneggiatori ha creato un medical drama che poi si trasforma in melò, crime. Il tema è il dubbio: un caso di coscienza, fascino orizzontale della serie. Un dubbio che si concentra sull’emotività, l’amore di un proprio padre per il proprio figlio: quanto siamo costretti noi a rischiare? Poi un punto fondamentale è il cast: da Loretta Goggi a Marco Bocci, Violante Placido a Fortunato Cerlino. Poi la regia di Cinzia Th. Torrini ha cambiato la scena tradizionale: grandi primi piani che si accompagnano sui grandi sfondi del paesaggio pugliese.
Luca Barbareschi - produttore. Abbiamo sposato la linea editoriale di Rai Fiction, con quella della Eliseo Entertainment. Noi le ossa le abbiamo fatte con la Rai, e ciò ci ha permesso di produrre poi film di Roman Polanski.
Cosa ti ha colpito della
storia?
Cinzia Th. Torrini - regista. Il protagonista da eroe entra in un cortice infernale, perché fa un gesto che non avrebbe dovuto compiere, nella sua professione di cardio-chirurgo. E lo spettatore sente l’empatia di quel gesto, perché si chiede cosa avrebbe fatto se si fosse trovato in quella situazione. Elena, la protagonista interpretata da Violante Placido è poi una donna che cambia il suo punto di vista. Con lei ci sono ottantacinque attori.
Qual è il tuo personaggio?
Loretta Goggi. Cinzia è attenta alla narrazione, così tanto che si fa appassionare al ruolo anche se lo reputi distante. Io interpreto la madre di Elena, che dà consigli alla figlia: su di lei possono contare i nipoti e il dottor Mancini, interpretato da Marco Bocci. Ho imparato il pugliese anch’io, tanto che mi sono dovuta doppiare.
Interpreti un personaggio
equivoco, come ti sei avvicinata?
Bianca Guaccero. Ero al lavoro a Detto fatto, partivo il giovedì a andavo a Bari da Milano per girare le mie scene. È stato fatto uno sforzo produttivo, e ringrazio tutti coloro che lo hanno permesso. Feci il provino con Cinzia via cellulare, per tre ore perché eravamo in piena pandemia: tanto che dovetti baciare lo schermo! Cinzia ha tirato fuori da me delle cose inedite, e io mi sono buttata in un ruolo ambiguo, di una donna che usa anche il suo corpo per ottenere delle cose. Lei lotta per l’a ore di suo figlio. Faccio pare della tempesta che va a sconvolgere la vita dei due protagonisti.
Come siete entrati nei personaggi?
Marco Bocci. Erano anni che non optavo per una serie, perché avevo i bambini piccoli. Poi ho letto la sceneggiatura, e mi sono appassionato alla vicenda di Diego Mancini. Quindi alla fine ho dovuto solo usare il mio percorso artistico, e affidarmi alla sceneggiatura. Poiché io tendo ad entrare nel dolore dei personaggi, è stata poi Cinzia a cercare di farmene uscire. E c’è da dire che mi sono appassionato alla Medicina: abbiamo avito uno staff di anestesisti, medici, chirurghi, che mi hanno spiegato come fare interventi, vedere se ci sono delle emorragie.
Violante Placido. Il mio personaggio
affronta un percorso doloroso in cui è richiesto un coraggio che non si pensa
di avere. Nei momenti di difficoltò ci rendiamo conto che non siamo onnipotenti,
e Elena – il mio personaggio – si aggrappa al suo secondo marito. Lei sogna l’armonia,
crede nella famiglia ed è capace di mostrare una forza che non pensava di
avere.
Ha condiviso gli stessi dubbi
di Diego?
Marco Bocci. Il personaggio di pone un dilemma che mi collima. Il figlio di Diego ha la stessa età di mio figlio, e ciò mi ha portato ad empatizzare con lui.
Come è nata la storia?
Andrea Valagussa - sceneggiatore. Ci siamo ispirati a vicende reali, come quando abbiamo unito all’aspetto medico quello della mafia. L’idea iniziale è nata da un giovane autore, Nicola Salerno che poi ha partecipato allo script. Io sono figlio di un cardiologo e fratello di una cardiologa, e credo che ciò abbia influito nella costruzione di Diego Mancini.
Come emerge il crime nella
serie?
Marco Bocci. Il personaggio ha a che fare con la malavita, ma poi vive la vicenda in maniera distante. C’è un clima di paura e incertezza, il dubbio su cosa fare o no: la componente crime emerge a questo punto.
Il mondo della malavita è
presente nella serie tv.
Fortunato Cerlino. In questa serie c’è un focus straordinario nel raccontare cosa accada quando ci si avvicina a questo mondo. È una serie coraggiosa, perché non esalta certi mondi ma li propone.
Come è stato girare in piena
pandemia?
Marco Bocci. Giravamo due giorni, e poi rientravamo facendo i tamponi e in quarantena. E noi ci chiedevamo come facessimo a realizzare ciò in 22 settimane. Ero scoraggiato, in alcuni momenti ci guardavamo isolati e dicevamo: “Non ce la faremo”. Quando si fatica così, il senso di responsabilità è verso tutto coloro che lavorano alla serie.
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