Il linguaggio nei media per parlare di identità di genere, orientamento sessuale: l'intervista
The Style Guide for Journalists Reporting on Sex and Gender ha l'obiettivo di eliminare le discriminazioni

Il Women's Liberation
Front (WoLF) ha pubblicato una Guida allo stile dei media per i
giornalisti, affinché si eviti un linguaggio non etico o confuso
relativo ai diritti delle donne.
Voi avete promosso il
Media Style Guide for Journalists Reporting on Sex and Gender. Di
cosa si tratta?
La WoLF Media Style Guide
è uno strumento per i giornalisti che informano su questioni che
riguardano le donne e le ragazze. La guida propone un quadro di
riferimento affinché ogni reportage sia etico e accurato, su temi
come sesso e genere, identità di genere, orientamento sessuale,
violenza maschile, commercio del sesso e diritti delle donne. La
nostra guida, a differenza di altre popolari che sono state
ampiamente adottate, riflette una comprensione scientifica, è
informata da una prospettiva femminista, e aderisce ai principi più
rigorosi dell'etica giornalistica tra cui "verità e
accuratezza", "correttezza e imparzialità" e
"umanità".
Quali termini
giornalistici considerate misogini?
Un'enorme varietà di
termini sono diventati ampiamente adottati nei media mainstream che
disumanizzano, oggettivizzano o cancellano le donne e le ragazze e la
violenza maschile a cui sono sottoposte. Alcuni esempi di questo
includono testate che pubblicano storia che si riferisce ai bambini
vittime della schiavitù sessuale apostrofandoli come "bambini
lavoratori del sesso", altri che chiamano donne e ragazze
"individui con la cervice" o "mestruazioni", o
usare l'insulto "queer" per riferirsi alle lesbiche.
Questo tipo di linguaggio è spesso adottato dalle pubblicazioni con la scusa dell'"inclusività", un obiettivo ammirevole. Tuttavia, i giornalisti ben intenzionati sono stati fuorviati su ciò che è veramente inclusivo e, spesso, questo linguaggio è in realtà piuttosto impreciso e dannoso per le donne e le ragazze che sono più vulnerabili. Per esempio, quando una famosa emittente ha chiamato le donne e le ragazze "individui con una cervice" in un articolo che promuoveva lo screening del cancro cervicale, non ha incluso fino al 50% delle donne che non sanno cosa sia una cervice (e tanto meno se ne hanno una). Queste sono donne che probabilmente hanno bassi tassi di alfabetizzazione, bassa alfabetizzazione sanitaria e mancanza di accesso regolare ai fornitori di assistenza sanitaria - in altre parole, esattamente le donne che hanno più bisogno di queste informazioni (continua a leggere).
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